top of page

RECENSIONE :

Vito G. Ingrosso

Pubblicata su:

ARTHOS 18 - 2009

GIANDOMENICO CASALINO 

“L’Origine - Contributi per la filosofia della spiritualità indoeuropea”

Edizioni Arya, Genova 2009,

pagine 110, € 18,00.

 

L’Origine è la più recente fatica di Giandomenico Casalino, avvocato del foro leccese, filosofo e studioso della cultura greco-romana nei suoi aspetti storici, filosofico-religiosi e giuridici. L’opera, letteralmente attraversata dalla passione per il mondo greco-romano, è preceduta da un ormai folto numero di studi: Aeternitas Romae, II Sacro e il Diritto, II nome segreto di Roma, La prospettiva di Hegel, Le radici spirituali dell’Europa, Res publica res populi, Tradizione classica ed era economicistica e di interventi su riviste varie quali "Arthos", "La Cittadella" e "Vie della Tradizione". 

Quest’ultima recente opera edita a febbraio del 2009 per i tipi di ARYA Edizioni Genova, si presenta al lettore con il titolo secco e scultoreo L’Origine, vera e propria sfida alla modernità in seno alla tematica affrontata. Una sfida per due motivi: in primo luogo perché il coraggio teoretico di riflettere su un tema così impegnativo è consentito solo a pochi autori, in secondo luogo per lo stile di pensiero che risale la corrente da cui discende – non solo in termini cronologici – il pensiero occidentale attraverso tre grandi momenti storicamente rappresentati da Platone, Hegel e Heidegger. 

Come opportunamente chiarisce l’Autore tali pensatori ‘originari’, pur avendo declinato il tema dell’Origine obbedendo alle proprie sensibilità personali e storico-sociali, sono fatalmente condotti a convergere in una dimensione teoretica atemporale, metastorica. 

Non è quindi casuale, né certamente è un vezzo espressivo, il frequente procedere nelle pagine iniziali per proposizioni, secondo lo stile di Spinoza, volte a sollecitare le capacità intuitive e di collegamento del lettore. È emblematico, in questa fase, il capitolo ‘L’istante è l’eterno’ ove Casalino getta i semi da cui germoglierà la riflessione più ampia e distesa delle pagine successive. 

Se a tratti le argomentazioni iniziali dell’Autore possono risultare spiazzanti per la loro categoricità o sembrano presentarsi come pure affermazioni non adeguatamente suffragate, vanno invece intese come momenti propedeutici dai quali il lettore trarrà vantaggio nei luoghi successivi dell’opera, dove quelle “affermazioni” saranno tutte estesamente esplicitate in termini rigorosamente filosofici. È un procedere gravido di conseguenze che tuttavia non si fanno attendere a lungo. Ad esempio si può scegliere la tematica tratta da ‘L’istante è l’eterno’ « ... sia Platone sia Hegel quanto Heidegger affermano poi filosoficamente che l’istante è l’Eterno (Platone); che il (concetto del) tempo è l’Eternità (Hegel); che l’Evento ‘contiene’ l’Essere ed il tempo (Heidegger), solo a condizione che il Pensiero (nous) riconosca se stesso come presente ed essenza nel movimento medesimo» (p. 23). 

Certamente la solidità del trinomio Platone, Hegel, Heidegger non impedisce a Casalino di individuare incrinature o diversità di approccio al problema dell’Origine tra il filosofo di Stoccarda e quello di Messkirch: egli rivendica infatti per quest’ultimo una sorta di primato circa la questione «perché c’è l’ente piuttosto che il niente?». Come opportunamente chiarisce l’Autore la questione posta da Heidegger risulta improponibile in quanto presuppone già in sé il concetto giudaico-cristiano di creazione dal nulla che, ovviamente, risulta affatto estraneo alla cultura greco-romana. Al contrario, nel caso di Hegel e dei Greci, il principio non si colloca fuori dal mondo ma nel mondo « … anzi è il Mondo medesimo nella sua Idea» (Hegel) (p. 44). Da tali riflessioni Casalino non manca di trarre le necessarie ricadute sul piano storico-sociale individuando in quest’area tematica le autentiche radici della spiritualità europea. Ma è a questo punto che l’Autore introduce, a sostegno e ad approfondimento, un tema del tutto inatteso ed originale che imprime alla scrittura una sorta di sigillo; egli non fa appello ad un filosofo di professione, ma ad un non addetto ai lavori, genio della musica, quale Beethoven. Il primato hegeliano trova il suo naturale corrispettivo estetico nella musica del genio di Bonn. Casalino illustra infatti come l’unità originaria di Io e Mondo sia perfettamente rappresentata nell’ordito musicale beethoveniano che, su questa via, si legittima ad incarnare l’autentica spiritualità dell’Europa. Tesi peraltro suffragata dalla riflessione musicologica e filosofica di T. Adorno opportunamente citato nel testo. 

A conclusione della sua fatica l’Autore dedica l’Appendice a Platone e ad Apollo che gli hanno letteralmente ispirato, come il poeta dello Ione, la riunifìcazione «del dato religioso con la conoscenza» (p. 92) e lo conducono a scrivere che «L’essenza divina dell’Anima dell’uomo (Intelletto-nous) è la stessa essenza divina dell’Anima del Mondo, è lo Spirito come Assoluto ...» (p. 93). Sono parole che spiegano, al di là di ogni artificio retorico, la scelta di effigiare Apollo nel frontespizio del libro. Siamo dunque davanti ad un testo che ci riconcilia con la riflessione, con la sua profondità ci ricorda che la vera Filosofia non conosce limiti spazio-temporali né appartenenze precostituite. Le conseguenze degli argomenti affrontati da Casalino sono ancora lungi dall’essere tratte nella loro esaustività (... ma sono poi realmente esauribili?) ed è per questo che dobbiamo attenderci altri appassionati e profondi interventi.

 

Vito G. Ingrosso

bottom of page