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RECENSIONE :

Aldo Onorati

Pubblicata su:

ARTHOS 31 - 2022

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ACHILLE RAGAZZONI

Giuseppe Mazzini scrive di Dante

germe dell’unità d’Italia

Edizioni ArÅ·a, Genova 2022

Pagine 112 - € 19,00

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Achille Ragazzoni, Direttore del “Comitato di Bolzano dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano”, ha pubblicato un saggio per certi aspetti intrigante.

Il pensiero che maggiormente mi ha spinto a leggere il libro, succoso e documentatissimo, è la connessione “dantesca” tra Foscolo e l’eroe del Risorgimento, legati entrambi da un’identica idea sul fondatore e padre non solo della nostra lingua, ma della nostra Patria. 

Il primo scritto mazziniano si intitola, non per caso, Dell’amor patrio di Dante (1826-1827), che rimase nei cassetti dell’Antologia Viesseux fino a quando Nicolò Tommaseo lo pubblicò sul periodico torinese “Il Subalpino” dieci anni dopo. È che Mazzini pone l’Alighieri sulla linea di Teognide, Pindaro, Omero, Esiodo, poeti cui la patria affidava il “santissimo uffizio” di educare la gioventù al rispetto delle leggi religiose e civili e all’amore della libertà. 

Non per nulla ho citato Foscolo (che Ragazzoni tratterà con sapiente taglio proprio in questo libro), le cui lezioni universitarie a Pavia (“Dell’origine e dell’uffizio della letteratura”, ma in specie la lezione IV: “Della letteratura rivolta all’esercizio della facoltà intellettuale e delle passioni”, ove si legge tutta la poetica che ispirerà i Sepolcri: “La nostra gloria non sarà splendida, ma la nostra memoria sarà sacra”, rivolto ai giovani che Ugo esorta alle Storie, e all’amor di Patria, ove Ettore sconfitto sarà pianto finché il sole “risplenderà sulle sciagure umane”) sono, insieme con le opere di altri pochi nostri autori (Dante in primis) una fonte immensa di energia spirituale rivolta all’azione. “Dante fu tale uomo, che a nessun italiano, comunque sfornito d’educazione, dovrebbe essere concesso senza rimprovero d’ignorarne il nome, i meriti, i patimenti e i pensieri. Dante ha fatto più per l’Italia, per la gloria e l’avvenire del nostro Popolo, che non dieci generazioni d’altri scrittori o uomini di Stato”.

È una visione che prende spunto dall’ammirazione di Mazzini per il nostro Sommo Poeta, per andare oltre, esaminare il nostro primo ammiratore “in toto” di Dante (Foscolo, se si tace di Vico) nei secoli a noi vicini e in anni di poco precedenti al culto dell’Alighieri nato in Germania. Osservazioni geniali (sempre di Mazzini) sulle opere minori di Dante chiudono questo prezioso “vademecum”.

 

Aldo Onorati

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